Edificato agli inizi del II secolo d.C. e, in base alla tecnica costruttiva, può essere collocato fra l’età traianea e quella adrianea Fino al 1926 l’anfiteatro di Interamnia, ricordato dagli studiosi locali a partire dal Rinascimento, veniva tradizionalmente identificato con i resti del vicino teatro. Le poche strutture superstiti dell’anfiteatro furono riconosciute ed esplorate parzialmente soltanto nel 1937; dopo drastici interventi di demolizione delle strutture addossate all’esterno del monumento, che è stato in parte distrutto dalla costruzione del Duomo e del Seminario. L’impianto dell’anfiteatro aveva un orientamento nord-sud ed era posizionato in una fascia di terreno forse a ridosso delle mura urbiche, sfruttando in parte un rilievo naturale che aveva già condizionato anche la costruzione del teatro.
Dell’anfiteatro si conserva poco meno della metà dell’ellisse perimetrale e il piano antico dell’arena doveva trovarsi a circa m -6 dall’odierno piano di calpestio. Il monumento, ampio m 73,93x56,16, non era dei più grandi del suo genere. Il suo aspetto esterno non doveva essere molto lontano da come lo si può ancor oggi percepire relativamente alla parti superstiti: i paramenti, esterno e interno, sono in opera laterizia con blocchi lapidei in corrispondenza delle aperture. Il paramento esterno, conservato fino a m 12 di altezza, è realizzato ad anelli gradualmente digradanti verso l’alto. Il settore superiore reca una decorazione a lesene, sempre in laterizio. Nel perimetro murario si aprono numerosi accessi, di cui è chiaramente riconoscibile quello orientale, ad arco sull’asse minore, mentre quello meridionale, sull’asse maggiore, ha un’apertura a tre archi affiancati. Passaggi secondari portavano direttamente alle gradinate, di cui mancano tracce, ma che dovevano essere rette da muri radiali posti a distanza di m 2 e forse collegati da volte. È da escludere l’esistenza di un prospetto esterno ad arcate, poiché sarebbe venuto ad accostarsi eccessivamente al teatro.
Per lungo tempo sono stati erroneamente riferiti all’anfiteatro i rilievi in calcare con armi inseriti nelle murature della Cattedrale, ma tale attribuzione è illegittima poiché, più probabilmente, essi sono pertinenti a un monumento funerario. Invece è documentata, seppur in forma molto frammentaria (soltanto una mano femminile destra, oggi non più reperibile, di dimensioni leggermente inferiori del vero), l’esistenza di un possibile apparato decorativo statuario.
Non è dato sapere come e da chi la costruzione del monumento fu finanziata.
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