A seguito di lavori condotti negli ultimi decenni, che hanno permesso di recuperare l’antica Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis, è stata individuata una domus romana, databile al I secolo a.C. Le strutture, che si trovano ad una profondità di circa cm 90 rispetto al piano di calpestio della Cattedrale, furono usate sin dalla fondazione di questa (VII sec. d.C.) quale area cimiteriale.
La domus presenta un ampio peristilio di forma rettangolare con murature in opera incerta e colonne in mattoni, rivestite di stucco colorato di rosso nel fusto e di bianco nelle basi. La vasca (impluvium) per la raccolta delle acque piovane, pavimentata in opus spicatum, è decentrata rispetto al peristilio su cui si affacciano tre ambienti affiancati, di cui quello centrale di dimensioni maggiori. Una soglia in pietra divide l’ambiente centrale dal peristilio; presso la soglia sono stati rinvenuti sia gli incassi dei cardini, sia i serramenti metallici della porta (conservati al Museo Civico Archeologico “F. Savini). Il pavimento di tale ambiente è in mosaico bianco con fascia perimetrale nera; i muri, in opera incerta, conservano gli intonaci decorati con leggere campiture geometriche su fondo bianco, al cui centro sono motivi vegetali stilizzati.
L’ambiente meridionale, il cui muro esterno è stato successivamente riutilizzato come fondazione della Cattedrale, reca anch’esso una soglia in pietra che immette nel peristilio; la pavimentazione è in cocciopesto con l’inserimento casuale di tessere bianche. Gli intonaci conservano il fondo bianco con leggere campiture geometriche in giallo ed ocra.
L’ultimo ambiente, sul lato settentrionale, ha invece l’ingresso verso l’esterno e il pavimento è in cocciopesto con tessere bianche a forma di rombi tangenti agli apici. Gli intonaci sono dipinti a fondo rosso, con campiture geometriche e decorazioni vegetali.
La domus ha restituito materiali che permettono di stabilire il suo utilizzo tra il I secolo a.C. e la fine del II secolo d.C. quando fu chiusa e abbandonata, come testimoniano i serramenti rinvenuti presso la soglia dell’ambiente centrale.
La Torre Bruciata (di epoca mediovale), che dà nome al sito, è oggi sede di una sala espositiva che ospita importanti eventi di arte contemporanea, eccellente esempio di riutilizzo di spazi archeologici per fini culturali.
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