I rinvenimenti di materiali nell’area compresa tra le vie dell’Ariete, dei Tribunali, di Porta Carrese e Vico Corto, nonché la varietà di essi (conservati nel Museo Civico Archeologico "F. Savini"), permette di ipotizzare due unità abitative, di cui una ampiamente investigata, alla quale appartengono cinque ambienti con una ricca decorazione pavimentale. L’ambiente orientale conserva il pavimento in mosaico bianco con fascia perimetrale nera e, al centro, un quadretto a mosaico policromo (emblema) ormai perduto. Contiguo a questo ambiente ve ne è un secondo di vaste dimensioni di cui si conserva solo parte del pavimento in mattoncini disposti a spina di pesce (opus spicatum).
L’ambiente principale della residenza ha murature in opera incerta di ciottoli di fiume tagliati e pavimento musivo in tessellato bianco con balza nera che incornicia un ampio tappeto con intarsio di marmi policromi (opus sectile) formanti, alternativamente, rose dei venti e poligoni. L’ambiente del lato occidentale, pavimentato in opus spicatum, comunica attraverso una soglia a girali vegetali, direttamente con un ambiente dalla muratura in opera incerta e pavimento in mosaico bianco e nero, a motivi geometrici alternati a decorazioni vegetali stilizzate.
Nello strato immediatamente inferiore a queste strutture sono stati rinvenuti resti di pavimentazione in cocciopesto con diverso orientamento, pertinenti alla fase repubblicana della città. Nello scavo sono stati inoltre rinvenuti numerosi intonaci dipinti che consentono di ricostruire parzialmente il sistema decorativo parietale consistente in riquadrature geometriche con decorazioni vegetali stilizzate.
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