L’edificio che attualmente ospita la Biblioteca provinciale “Dèlfico” rappresenta un importante esempio di architettura civile della città. Il Palazzo è stato progettato, costruito e contestualmente ampliato tra i primi anni della seconda metà del XVIII e la prima metà del XIX secolo.
La costruzione dell’edificio è volontà dei fratelli Dèlfico (Giamberardino, Melchiorre e Gianfilippo), che lo vollero proprio di fronte al primo palazzo (casa Dèlfico), fatto costruire dalla famiglia nel Cinquecento quando essa aveva assunto un importante ruolo civile. Infatti la costruzione del nuovo edificio aveva lo scopo di enfatizzare la solidità familiare e affermare il ruolo di direzione politica, culturale e sociale dei Dèlfico.
L’impianto iniziale in stile barocco, completato nei primi anni dell’Ottocento, si articolava su due piani ed era caratterizzato dal collegamento dell’edificio con i soprastanti orti mediante passaggi aerei. Dopo il 1820 furono iniziati nuovi lavori che si conclusero fra il 1850 e il 1853 e interessarono i fronti lungo le attuali Via Dèlfico e Via Carducci, che erano articolati su tre piani. Tali ristrutturazioni trasformarono l’edificio secondo il gusto neoclassico e i modelli dell’Ottocento napoletano. Tale impianto rimase invariato fino alla cessione dell’edificio all’Amministrazione Comunale nel 1939 e, successivamente, alla Provincia.
La facciata su Via Dèlfico e il primo piano conservano la struttura e le linee del Settecento, invece alla metà del Novecento risalgono la sopraelevazione del secondo piano, l’ala che insiste su Via Comi e l’allineamento su Via Carducci.
All’edificio ci si accede mediante un portale in legno, impreziosito dagli stemmi gentilizi della famiglia Dèlfico e della famiglia De Filippis, fusesi nel 1820 con il matrimonio di Marina Dèlfico, unica figlia di Orazio, con Gregorio De Filippis, conte di Longano. Il palazzo al suo interno conserva un apparato architettonico e decorativo degno di nota: in particolare vanno menzionati l’atrio solenne e lo scalone scenografico, decorato da statue che si rifanno a un programma decorativo e figurativo volto a celebrare la fama e la forza della casata. Inoltre va specificato che all’interno del palazzo sono custodite opere d’arte di un certo pregio (gli “Olii” della famiglia Dèlfico, un quadro di Pasquale Celommi raffigurante Francesco Savini, le scene storiche e di paesaggio sulle sovrapporte, le pitture delle sale dei “Fondi antichi”, ecc…).
L’aver deciso (a partire dal 2004) che la Biblioteca Provinciale dovesse avere questa sede così prestigiosa ha rappresentato una scelta rispettosa dei voleri di Melchiorre Dèlfico, dando così una opportuna e adeguata sistemazione a una delle più antiche istituzioni bibliotecarie dell’Italia centro-meridionale.
La sede attuale della biblioteca è così strutturata:
I depositi sono ubicati nell’edificio cosiddetto “ex Lancia” situati di fronte al lato sud di palazzo Delfico, sopra la grande Sala Polifunzionale.
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