Questa è una delle pochissime abitazioni che conservano testimonianze dell’edilizia privata teramana del periodo medioevale, poiché è una delle poche scampate alla distruzione operata dal normanno conte di Loretello nella metà del XII secolo. Nella veste attuale, la casa risale alla prima metà del XV secolo e presenta un perimetro esterno con muratura di ciottoli di fiume a ricorsi ben allineati (successivi sono i rinfazzi di laterizi e pietrame più grosso, privo di allineamenti), finestre ad arco incorniciate da conci lisci e ben squadrati, un piccolo portale (tampognato in cui si apre un ben più tardo finestrino quadrato), con ghiera e cornice di mattoni, e portale in pietra ad ogiva su mensole a doppio listello. È questo tipo di portale (con arco sia ad ogiva che a tutto sesto) che si ripete nell’edilizia cittadina dagli ultimi decenni del XIV a tutto il XV secolo, con ghiere più o meno decorate da semplici cornici in pietra o da più elaborati motivi in cotto, con montanti laterali coronati da capitelli a listello semplice o doppio, con toro, scozia e listelli, o anche senza capitello: in tal senso si confrontino i portali in via Muzii, quelli numerosi di via Getulio, di via della Banca, i due gemelli di case Bonolis a via Irelli, di via Vezzosa con ghiera in cotto. Nel corso di recenti restauri, dinanzi al portale, sono venuti alla luce resti di un mosaico appartenente ad una abitazione privata sui quali poggiano direttamente le fondazioni della casa medievale.
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