Chiostro di S. Giovanni

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Tipologia Struttura: Storico
Periodo Storico: Rinascimento
Struttura: Chiostro
Località: Teramo
Indirizzo: Piazza Verdi, 25 - 64100 Teramo

L’ex monastero di San Giovanni a Scorzone in Teramo (oggi sede del Conservatorio musicale “Gaetano Braga”) fu fondato nel XIV secolo (precisamente nel 1384), per volontà di Isabella, sorella di Cola di Lucio, con diploma di Carlo III, per istallarvi un ritiro di monache alle quali Isabella diede la regola di S. Benedetto. Al monastero vennero poi annessi quelli di S. Chiara, di S. Croce, di S. Anna e di S. Giovanni a Scorzone. La conventualità rimase presente ed attiva, con alterne vicende, fino al 1916, quando l’ordine religioso si trasferì a S. Giuliano di Fermo. Il convento, incamerato dallo Stato nella seconda metà del XIX secolo, dal 1930 fu concesso, in parte, al Ricreatorio “Gemma Marconi” e, dal 1934, come riporta la rivista “Teramo”, furono iniziati i lavori per l’adattamento a Liceo Musicale “G. Braga”.

Per ciò che riguarda il chiostro del convento alcuni studiosi locali riferiscono: Gavini ne parla come di “un’opera frammentizia che lascia perplessi sulle cause che lo produssero”, Rubini afferma che fu trasportato dal distrutto cenobio di S. Giovanni a Scorzone. Il chiostro è formato da un’area rettangolare porticata solo su tre lati, con arcate a tutto sesto sostenute da colonne a pilastri agli angoli, poggianti a loro volta su di un basso muro in pietra e mattoncini. A volte le basi sono adoperate per capitelli e i capitelli rovesciati posti come base a confermare la notizia di Rubini che si tratti di un portico trasportato e ricostruito da mani inesperte. Su un lato del portico è presente una fontana in pietra dentro una nicchia incorniciata da conci di pietra intagliata. Sopra le arcate del portico è notevole un elegante marcapiano in mattoncini e tortiglioni in terracotta. Interessanti un portale in pietra con decorazioni, che doveva immettere nell’antico convento, tre stemmi in pietra sulla parete non porticata ed altri tre sul lato adiacente. Il piano superiore del chiostro è anch’esso da un porticato.

La storia del monastero è anche importante per le innumerevoli pergamene conservate nel suo archivio le quali costituiscono autentici documenti e fonti preziose per la storia della città.

Nel corso degli anni Sessanta del secolo scorso, in attuazione del piano di risanamento del quartiere di Santa Maria a Bitetto, venivano demolite le case sull’area che avrebbe poi costituito l’attuale piazza Verdi riportando alla luce due lati del monastero, prima nascosti, mentre un “taglio” veniva apportato al cortile rialzato per l’allargamento di via Sant’Antonio.

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