Palazzo Castelli (o casa Muzii)

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Tipologia Struttura: Artistico , Archeologico
Periodo Storico: Liberty
Struttura: Palazzo , Sito
Località: Teramo
Indirizzo: Corso Cerulli - 64100 Teramo (TE)

La Casa Muzii, in stile liberty, è così denominata dal cognome dell’antico proprietario Muzio Muzii (lo si legge in facciata, in alto a sinistra di chi guarda, assieme all’arma della famiglia), storico teramano, che commissionò all’architetto Vincenzo Pilotti la realizzazione del palazzo, nonché della residenza suburbana “Villa Camilla”, nei pressi della frazione di Nepezzano. Il palazzo, edificato nel 1908, è posto nel centro storico di Teramo, in Corso Cerulli, di fronte al palazzo Savini (all’interno di questo edificio si conserva una raffinata scalinata, anch’essa liberty e risalente al 1893). Attualmente il palazzo è denominato Castelli, dal nome dall’attuale proprietaria Signora Magdalena Castelli, che nel 1986 avviò i lavori di restauro. L’impianto è su quattro livelli, affiancato da un corpo più basso, che occupa due piani, ed è sovrastato da un terrazzo. Il piano nobile del palazzo e il secondo piano sono inquadrati, agli angoli dell’edificio, da lesene con capitelli decorati da volute e festoni; le finestre rettangolari presentano ricche decorazioni a stucco, ispirate a repertori floreali di tendenza liberty che compaiono anche sul parapetto del terrazzo. Fra le finestre del quarto e ultimo livello si può ammirare un ciclo pittorico con scene raffiguranti Flora (dea romana della fioritura dei cereali) e Pomona (dea romana dei frutti), opera di Ernesto Aurini, realizzate con la collaborazione del pittore fiorentino Giuseppe Zina. Una delle due dee della facciata potrebbe alludere a una donna amata dal proprietario, appunto di nome Flora. Le scene dipinte sono protette da un imponente e pregevole cornicione di gronda in legno intarsiato e decorato.

Per quanto riguarda l'aspetto archeologico, le terme pubbliche di Interamnia sono probabilmente da identificare con le strutture indagate a più riprese sotto casa Castelli, sul limite nord dell’attuale Piazza del Mercato. Già nel 1565 Muzio Muzii, nei suoi Dialoghi, indica chiaramente la scoperta di un ambiente riscaldato, con il sistema delle suspensurae: il doppio pavimento, di cui il superiore retto da pilastrini in mattoni, tra i quali circolava l’aria riscaldata dal fuoco acceso nelle fornaci (praefurnia). Dell’impianto termale si sono inoltre riconosciuti due vasche riscaldate, impianti di raccolta e smaltimento delle acque, un portico, una piscina (natatio) e una vasca circolare, forse per la raccolta idrica. Il carattere pubblico della struttura potrebbe essere avvalorato dal fatto di essere prospiciente il supposto foro, ma, soprattutto, dal probabile riferimento ad essa di iscrizioni (una conservata nel Museo Civico Archeologico “F. Savini”; un’altra in cui si ricorda il restauro delle terme, riutilizzata in un edificio privato del vicino Vico del Cigno; un’altra murata nell’ingresso del Municipio).

Altri complessi termali sono stati riconosciuti in Corso de’ Michetti, all’incrocio con Via dei Tribunali, a Via di Porta Carrese, a Largo Madonna delle Grazie, a Contrada Fonte delle Regina, ma è quasi certo che non si tratti di strutture pubbliche; invece, forse riferibili a riserve idriche, sono la vasca rotonda, rinvenuta nel 1963 fra Piazza Verdi e Via Sant’Antonio, ricavata dal taglio di pavimentazioni a mosaico precedenti, e l’enorme struttura circolare, sotto Piazza Orsini, che il Savini rinvenne nel 1923 e definì “piscina natatoria”.

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