Chiesa e convento di San Domenico

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Tipologia Struttura: Religioso , Artistico
Periodo Storico: Medioevo
Struttura: Chiesa , Convento
Località: Teramo
Indirizzo: Corso Porta Romana 64100 Teramo

La sua fondazione fu disposta nel 1287 dal Capitolo Provinciale dei Domenicani di Roma, cui la città dipendeva, e venne probabilmente edificata sullo scorcio del secolo. La sua architettura rispetta i dettami del Capitolo Generale di Narbone (1260): ossia rigorose norme stabilite per la costruzione di edifici religiosi contenute nelle Rubriche volute da S. Bonaventura da Bagnoregio. Attualmente si presenta nella veste del restauro e della ricostruzione dell’inizio del XX secolo, ad opera da Francesco Savini (all’interno si conserva anche la tomba di questo noto archeologo teramano). La struttura e la facciata sono in laterizio, mentre il portale in pietra con lunetta, recante alcuni lacerti di affresco. L’interno è a navata unica con tetto a doppio spiovente, privo di transetto e concluso da coro quadrato coperto a volta (tipico delle chiese degli ordini dei mendicanti costruite fra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo). Gli archi a sesto acuto dell’interno, destinati a sorreggere le capriate del tetto, in origine dovevano mancare, infatti sono frutto di un consolidamento tardo gotico e si sovrappongono agli affreschi trecenteschi che decoravano le pareti (potrebbero riferirsi al 1407 o al 1507, date da mettere in relazione con le violente scosse di terremoto che colpirono Teramo nel 1384 e nel 1456).

Gli affreschi trecenteschi, resistiti all’invasione francese degli inizi dell’Ottocento, sono presenti sulle pareti del coro e, in alto,  sulla parte terminale della parete sinistra della navata (questi ultimi, opera del presunto Luca d’Atri, raffigurano storie cristologiche e il trionfo di San Tommaso). Gli affreschi della controfacciata (San Donato vescovo e Sant’Antonio Abate) e delle pareti attigue (tra i quali l’Annunciazione del maestro del Giudizio di Loreto Aprutino) sono del primo Quattrocento. Nel riquadro che rappresenta San Donato vescovo e Sant’Antonio Abate compare una lacuna tra le due figure in cui s’intravede un precedente affresco con testa di un santo, o del Cristo, con capelli e barba scomposti. Al di sotto sono ulteriori riquadri lacunosi (San Giobbe con Sant’Antonio, ancora Sant’Antonio) di qualità e mano diversa rispetto ai precedenti affreschi.

Tra gli arredi si segnalano una statua in terracotta di Madonna adorante col Bambino (terzo decennio del XVI secolo), attribuibile a Giovanni Antonio da Lucoli, e un gruppo in stucco che raffigura la famiglia di Sant’Anna (metà del XVIII secolo), opera di Michele Clerici.

Gli affreschi della cappella del SS. Rosario, attigua alla chiesa, sono stati eseguiti da Gilberto Todini (del 1755).

La chiesa è anche dotata di un convento trecentesco di cui rimane il chiostro con archi a tutto sesto, sostenuti da larghi pilastri, e portale ad ogiva. In alcune lunette sono i resti di affreschi che narrano le storie di San Domenico e sono opera di Sebastian Majewski (ante 1627), mentre altri affreschi, di diversa mano, sono databili sullo scorcio del XVII secolo.

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